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In occasione del settantesimo anniversario della Liberazione, il 2 giugno 2015 (Festa della Repubblica), al termine della conferenza dell'Avv.Renzo Brunetti, sono stati eseguiti cinque brani, aventi per tema il Risorgimento e la Resistenza.
Su questa pagina avrete la possibiltà di ascoltare le versioni originali e di leggerne i testi, affinchè possiate cogliere appieno il senso e l'importanza dei messaggi in essi contenuti.
La storia siamo noi
Autore: Francesco De Gregori
Album:
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Il tema della poesia-
Stelutis alpinis
Autore: Arturo Zardini
Album: "Prendere e lasciare" -
Con questa famosissima canzone friulana, racconto di un soldato che muore in montagna e lì viene seppellito, Francesco De Gregori ha voluto ricordare lo zio partigiano "Bolla", comandante della Brigata Osoppo, medaglia d'oro al valor militare partigiano, caduto alle Malghe di Porzus (Udine).
Camicie rosse
Autore: Massimo Bubola
Album:
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Questo brano un inno alla libertà e all'autodeterminazione dei popoli.
La camicia o giubba rossa fù inizialmente il segno distintivo dei 500 patrioti della Legione italiana che Giuseppe Garibaldi radunò nel 1843 a Montevideo per difendere la Repubblica Uruguayana dal dittatore argentino Juan Manuel de Rosas, che voleva conquistarla.
Da quel momento la camicia rossa divenne il simbolo di tutti quegli uomimi che accomunati nel trinomio Libertà, Uguglianza e Fratellanza, anche a rischio della propria vita, si batterono per la Democrazia.
Generale
Autore: Francesco de Gregori
Album: "Generale/Natale" De Gregori 1978
La canzone suscita i sentimenti pacifisti e nostalgici di chi si trova lontano da casa per fare il servizio militare e anela al ritorno e alla vita normale. Inoltre, la canzone trae spunto anche da una suggestione letteraria definita e quanto mai precisa: "Addio alle Armi" di Ernest Hemingway.
Viva l'Italia
Autore: De Gregori
Album: "Viva l'Italia" 1979
La canzone unisce ad un grido di alto effetto epico (“Viva l’Italia”, appunto), una serie di concetti fulminei assolutamente privi di retorica.E' una canzone che muove secondo tre criteri: una circolarità, nella quale il punto di partenza e il punto d’arrivo sono la Resistenza e l’antifascismo in senso ampio; una linearità, perché ripercorre a grandi linee e sinteticamente le tappe della storia d’Italia; un gioco continuo di bivalenze, tra positivo e negativo, tra “Italia dimenticata” e “Italia da dimenticare".